E voi che cosa cercate?
“Il Monte Analogo è la montagna simbolica che unisce il Cielo alla Terra; via che deve materialmente, umanamente esistere, perché se no, la nostra situazione sarebbe senza speranza…abbiamo realmente trovato la porta. Solo a partire da questa porta comincia una vita reale.” René Daumal (1908-1944)
Appartengo a una generazione che si è interrogata e che ancora s’interroga, se esiste un modo di attraversare quella porta per incominciare una vita reale. Libri come il Monte Analogo di Renè Daumal, o quelli di Carlos Castaneda, Hermann Hesse, Alejandro Jodorowski, J.R.R. Tolkien, Antonin Artaud, Edgar Allan Poe, Arthur Rimbaud, Thomas Mann, hanno nutrito i nostri sogni e le nostre speranze, insieme alle droghe e ai viaggi. Quello che è rimasto è la sensazione di non appartenere a questo mondo, una non-appartenenza che è responsabile d’isolamento, solitudine, depressione.
La montagna è per eccellenza il luogo simbolico di una ricerca interiore, attraverso il silenzio, la salita, la fatica, la perseveranza. Nel Monte Analogo viene tracciato un itinerario iniziatico e metafisico costruito attraverso una narrativa di cui la montagna è un archetipo, un modello. Non c’è stasi e quiete, salita e discesa si rispecchiano e si fondono in una Necessità. Amo la montagna perché mi guarisce.
Numero fotografie dell’intero progetto: n.21. Stampato su carta Fine Art NP by Antonio Manta, montato su dibond. Edizione 6 copie + 2 AP