Piena realizzazione di un’etica della follia sarebbe il passaggio dalla liberazione dalla follia, alla liberazione della follia; cioè il passaggio dalla cura alla condivisione, dalla restrizione e separazione della follia, al suo pieno diritto di cittadinanza. Italo Valent, l’etica della possibilità.
Questo progetto è la sintesi di vent’anni di fotografie (2000-2023) durante le attività ludiche, artistiche e culturali della Fondazione Emilia Bosis (viaggi, rapporto con gli animali e la natura, teatro, moda, fumetto, fotografia). La Fondazione Emilia Bosis, con sede legale a Bergamo, è un organismo istituzionale no-profit, che si occupa della cura delle persone che soffrono di disturbi mentali. In queste fotografie ci sono persone intense, belle di quella bellezza che viene dal profondo dell’esistenza, creative, tenere e simpatiche, capaci di relazione e di amore. Un modo diverso di mostrare la follia, senza la retorica delle immagini standard di sofferenza e isolamento, immagini incentrate sulla persona che è ritratta in modo crudo e amorevole, e non sulla malattia, immagini che restituiscono dignità ad ogni forma d’esistenza, anche la più dolorosa, premessa necessaria per superare lo stigma della follia, e parlare di salute mentale, la quale ci riguarda tutti.
“non siamo né folli né sani, né buoni né cattivi”. E’ proprio questo aprirsi alla negazione che assicura la trascendenza, il passaggio all’intero, all’infinito. Italo Valent.
Il Quarto Stato, gli ambasciatori della follia. Fotografia realizzata per la locandina dello spettacolo teatrale “Caai Macc” di Alessandro Garzella e Fabrizio Cassanelli alla Fiera Nuova di Bergamo. Ho fatto indossare ad ognuno un elemento incoerente. Cascina Germoglio Verdello (BG) 2008.Patagonia 2000. Ivan e sullo sfondo la Peninsula Valdès, Argentina. Roberto, in basso Ivan e Alberto, Estancia Punta del Lago, Lago Viedma, Argentina.Naturalmente, Equus 2004, Aprile 2004, Canonica D’Adda (BG) a sinistra Flavio, a destra WalterEquus 2004, Aprile 2004, Ezio, Camisano (CR)Wilma2005 Equus, Viaggio a cavallo, Percorsi sull’Adda e il Ticino. Silvia, a destra Pierino e Fabio2008 Mi chiamo Emilia e sono…a sinistra Paolo interpreta la parte del pittore; Paolo con Roberto2008 Mi chiamo Emilia e sono…a sinistra Manuel, nella parte del ciclista, e Paolo Adami, in quella del motociclista, fanno una finta gara di velocità. A destra Manuel a Roma, ricevuto dal sindaco, al termine di un viaggio in bicicletta da Bergamo a Roma. Pedalata della Solidarietà.Mi chiamo Emilia e sono… Ermanno viaggiatore, salutaMi chiamo Emilia e sono… Ermanno viaggiatore, parteWalter attoreNel segno di Caino, Teatro StallaLaboratorio di moda con Luca Hettner (fashion designer), aiutato dagli studenti della scuola di moda dell’Istituto Caniana di Bergamo, in un progetto di alternanza scuola-lavoro. Gli ospiti della Fondazione Emilia Bosis hanno disegnato i loro abiti, poi hanno trasformato gli abiti vintage, aggiungendo gli elementi che avevano disegnato e tagliando le forme secondo i loro progetti. Indossano gli abiti prodotti durante il laboratorio. Verdello (BG), 2017-2018Teatro Stalla. A sinistra una scena dello spettacolo: “Lucignoli, delinquo, horror show” di Alessandro Garzella. A destra una scena dello spettacolo “Storia Baldoria” di Silvia Barbieri. 2017Scene dello spettacolo “Che animale sei?” di Stefano Filippi. Il soggetto principale di entrambe le fotografie è Federica. Brignano Gera D’Adda (BG), 2019Corto sull’eros “Ero Alice” e visita alla Biennale di Venezia 2022La Transumanza dei Bergamini. Viaggio in carrozza, da Bergamo a Lodi Vecchio, per accompagnare una mandria di mucche al ricovero invernale. Attilio fotografo. Ottobre 2021Dajana fotografa, laboratorio di fotografia “The Dreamers”La Transumanza dei Bergamini. Antonio. Ottobre 2021