Piena realizzazione di un’etica della follia sarebbe il passaggio dalla liberazione dalla follia, alla liberazione della follia; cioè il passaggio dalla cura alla condivisione, dalla restrizione e separazione della follia, al suo pieno diritto di cittadinanza. Italo Valent, l’etica della possibilità.
Questo progetto è la sintesi di vent’anni di fotografie (2000-2023) durante le attività ludiche, artistiche e culturali della Fondazione Emilia Bosis (viaggi, rapporto con gli animali e la natura, teatro, moda, fumetto, fotografia). La Fondazione Emilia Bosis, con sede legale a Bergamo, è un organismo istituzionale no-profit, che si occupa della cura delle persone che soffrono di disturbi mentali. In queste fotografie ci sono persone intense, belle di quella bellezza che viene dal profondo dell’esistenza, creative, tenere e simpatiche, capaci di relazione e di amore. Un modo diverso di mostrare la follia, senza la retorica delle immagini standard di sofferenza e isolamento, immagini incentrate sulla persona che è ritratta in modo crudo e amorevole, e non sulla malattia, immagini che restituiscono dignità ad ogni forma d’esistenza, anche la più dolorosa, premessa necessaria per superare lo stigma della follia, e parlare di salute mentale, la quale ci riguarda tutti.
“non siamo né folli né sani, né buoni né cattivi”. E’ proprio questo aprirsi alla negazione che assicura la trascendenza, il passaggio all’intero, all’infinito. Italo Valent.